Troppa TV favorisce diabete e malattie cardiache
Un nuovo studio condotto presso la Harvard School of Public Health ha messo in evidenza il legame tra la visione prolungata della TV e la comparsa di diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e, finanche, la morte prematura. Gli europei spendono in media 40% del loro tempo quotidiano libero davanti al televisore; gli australiani, il 50%. Ciò significa mediamente 3-4 ore al giorno. Niente in confronto al popolo americano, che porta una media di 5 ore al giorno. Il prof. Frank Hu e il dottorando Anders Grøntved, hanno analizzato tutti gli studi pubblicati dal 1970 al 2011, con dei risultati che parlano abbastanza chiaro: più di due ore di visione della TV al giorno aumentano il rischio di diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Prolungare la visione per un’altra ora al giorno può significare anche morte prematura. Per ogni ulteriori due ore di visione, il rischio di diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e mortalità prematura sale rispettivamente al 20, 15, e 13 per cento. Fonte e approfondimenti
Il primo cuore artificiale che non conferisce battito al paziente
La ricerca del perfetto cuore artificiale sembra senza fine. Dopo decenni di tentativi ed errori, i chirurghi rimangono ostacolati nella loro ricerca di una macchina che non si usuri e che non causi formazioni di coaguli e infezioni. Intanto, i prof. Billy Cohn e Bud Frazier presso il Texas Heart Institute, hanno dichiarato di essere riusciti a mettere a punto una macchina, in grado di far funzionare l’organismo umano grazie a delle pompe centrifughe, che conferiscono al cuore artificiale uno strano primato: il primo cuore a non avere battito. “Se ascolti il torace con uno stetoscopio, non si sente nessun battito del cuore”, dice Cohn. “Se esaminate le arterie, non c’è alcun impulso. Se operate un elettrocardiogramma, avrete un tracciato piatto”. Il primo esperimento di impianto del nuovo cuore artificiale è stato compiuto su un vitello, al quale ne sono seguiti altre 37; a marzo, poi, Cohn e Frazier hanno impiantato il dispositivo su un paziente umano. Hanno scelto Craig Lewis, un cinquantacinquenne che stava morendo da amiloidosi, il suo cuore era così danneggiato, chi medici gli avevano dato altre sole 12 ore di vita, e così, su consenso della moglie si è proceduto con l’impianto dell’innovativo cuore artificiale. Craig Lewis è morto nel mese di aprile, anche se i medici dicono che il suo cuore artificiale ha funzionato perfettamente, la malattia purtroppo ha danneggiato fegato e reni, portando il paziente a una inesorabile morte. Anche se c’è ancora molto lavoro da fare, Frazier si dice fiducioso sul futuro del nuovo cuore artificiale. Fonte
Ingrediente contenuto nelle mele mantiene muscoli forti
Alcuni ricercatori, al fine di prevenire l’atrofia muscolare che interviene a seguito di alcune malattie o con l’avanzare dell’età, hanno scoperto che un composto naturale contenuto nelle mele, potrebbe essere il giusto ritrovato per porre rimedio all’annoso problema. Nella fattispecie, la componente chiave, l’acido ursolico (triterpene policiclico, che viene anche estratto dalle foglie del rosmarino), si troverebbe nella buccia delle mele. Per giungere a tale conclusione, i ricercatori dell’Università dello Iowa, guidati dal prof. Christopher Adams, hanno eseguito una serie di test su alcune cavie; quando l’acido ursolico è stato aggiunto al cibo dei topolini da laboratorio, per un periodo di settimane, i loro muscoli sono cresciuti sensibilmente. I topolini hanno anche manifestato un fisico più tonico e un livellamento generale dei livelli di glucosio, colesterolo e trigliceridi. Non è ancora chiaro se i medesimi positivi effetti possano dare gli stessi benefici all’uomo, in tal senso il gruppo di lavoro sta proseguendo la ricerca. Nel frattempo, il motto “una mela al giorno leva il medico di torno”, sembra conquistate un altro punto a suo favore. Fonte
Le auto prodotte dalla Ford monitoreranno la vostra salute
Ricercatori Ford hanno dotato il sistema SYNC di nuove funzionalità volte al controllo della salute del guidatore. La nuova applicazione è principalmente rivolta ai conducenti affetti da malattie croniche o condizioni mediche che richiedono un monitoraggio (come il diabete o l’asma). Lo stesso sistema potrebbe anche monitorare il livello di glucosio del conducente (in partnership con il produttore di dispositivi medici Medtronic) o avviare il guidatore sulle condizioni esterne come percentuale di polline o smog nell’aria. Non solo, il sistema, infatti può collegarsi in tempo reale con apposite strutture sanitarie e trasmettere i dati vitali del guidatore. Fonte
Un micro-pc da impiantare nell’occhio. Occupa solo 1 millimetro quadrato
Dennis Sylvester e David Blaauw Wentzloff, scienziati dell’Università del Michigan, hanno messo a punto il più piccolo sistema informatico a livello mondiale per contribuire a trattare pazienti affetti da glaucoma. Il micro-pc offre un ingombro di appena un millimetro quadrato, può essere facilmente impiantato nell’occhio del paziente per misurare costantemente la pressione del bulbo. Il dispositivo hi-tech integra un microprocessore a bassissimo consumo energetico, un sensore di pressione, memoria per registrare i dati prelevati e una batteria a film sottile con tanto di cella solare per la ricarica. I dati vengono trasmessi a un lettore esterno grazie a una micro-radio senza fili integrata nel device. Il dispositivo ogni 15 minuti si attiva per effettuare le dovute misurazione, con un dispendio medio energetico di appena 5,3 nanowatt.
Per mantenere la batteria carica, si richiede l’esposizione a dieci ore di luce artificiale oppure 1,5 ore di luce solare. Secondo Sylvester, “la prossima grande sfida sarà quella di realizzare simili sistemi microscopici per una serie di nuove applicazioni per il monitoraggio del nostro corpo, ma anche da sfruttare per il monitoring ambientale”. Fonte
Prime mestruazioni in anticipo per chi consuma molta carne
Uno studio condotto dalla dott.ssa Imogen Rogers dell’Università di Brighton, mostra come un eccessivo consumo di carne in età scolare, può favorire l’insorgere prematuro delle prime mestruazioni. Per giungere a tale conclusione, i ricercatori hanno sottoposto a test 3.000 ragazzine inglesi dodicenni. Per un lasso di tempo sono stati quindi tenute sotto controllo, analizzando la loro alimentazione e l’arrivo delle primo ciclo mestruale. Ne è emerso che coloro già a tre anni di vita consumavano mediamente 8 pasti di carne a settimana per poi aumentare fino a 12 all’età di 7 anni, manifestavo il ciclo in anticipo, con una percentuale maggiore del 75% rispetto ai coetanei non consumatori assidui di carne. I dottori spiegano scientificamente il fatto. La carne, essendo ricca di zinco e ferro (elementi fondamentali per portare a termine una gravidanza), inganna il corpo umano, facendogli credere essere pronto a mettere al mondo una nuova vita e quindi accelerando i relativi processi. Fonte
Te’ per ridurre rischio di contrarre cancro alle ovaie
Un recente studio svoltosi in Australia, e guidato dalla d.ssa Christina Nagle, dimostra come bere qualche tazza di te’ al giorno può essere d’aiuto per ridurre significativamente il rischio di ammalarsi di tumore alle ovaie (il 30% in meno di rischio). Secondo la ricerca, per giovarne bisogna consumare quattro, cinque tazze di bevanda al giorno, senza particolare distinzione se trattasi di te’ verde o nero. Secondo la dottoressa Nagle, gli antiossidanti contenuti nella bevanda sono un ottimo ostacolo per la formazione delle cellule tumorali. Fonte e approfondimenti
Spiegato scientificamente il perché l’agopuntura lenisce il dolore
Una recente ricerca condotta presso la University of Rochester Medical Center a cura del prof.Maiken Nedergaard, e pubblicata sul magazine scientifico Nature Neuroscience, dimostra come la tecnica dell’agopuntura abbia una reale efficace nel lenire il dolore. Il tutto sarebbe legato all’adenosina, un nucleoside noto per essere presente nei complessi meccanismi che regolano il sonno, per la sua azione sul sistema cardiovascolare e per le proprietà antinfiammatorie. L’esperimento condotto dagli scienziati ha visto protagoniste alcune cavie da laboratorio, sofferenti a una zampa. Praticando sulle stesse delle sedute di agopuntura, si è notato che subito dopo il trattamento i livelli di adenosina nei tessuti risultavano maggiori di ben ventiquattro volte rispetto alla normalità. La medesima operazione, compiuta su cavie private geneticamente dei recettori dell’adenosina, non ha prodotto gli stessi stupefacenti risultati. Fonte
Igiene orale per preservarsi dalle malattie del cuore
Una recente ricerca pubblicata dal British Medical Journal, mette in evidenza come una cattiva igiene orale comporta un maggiore rischio di malattie cardiache. Lo studio ha visto protagoniste 11.869 uomini e donne con età media di 50 anni, i cui dati sono stati attentamente esaminati, incrociando i dati sui ricoveri per problemi di natura cardiovascolare con quelli sulle abitudini a preservare l’igiene del cavo orale, tra cui quotidianità nel lavare i denti dopo i pasti e visite annuali dal dentista. Fonte e approfondimento
Il nanocerotto che sostituisce aghi e siringhe
Alcuni ricercatori dell’Università australiana del Queensland (UQ), hanno sviluppato un prototipo di dispositivo di vaccinazione, che non richiede l’uso di aghi e siringhe. Si tratta di un cerotto che, grazie all’impiego delle nanotecnologie, consente in appena due minuti di iniettare la sostanza nell’organismo, consentendo ai medici di utilizzare solo un centesimo della sostanza generalmente utilizzata per la vaccinazione. A capo del team di ricerca c’è il prof.Mark Kendle, esperto di bioingegneria e nanotecnologia, secondo l’esperto presto sarà così possibile “abbattere ogni utilizzo di aghi e siringhe”, fornendo al paziente un beneficio anche psicologico, per non parlare della possibilità di eliminare i problemi inerenti l’uso di aghi infetti.
La birra per combattere la fragilità delle ossa
Un recente studio condotto presso il Department of Food Science and Technology dell’Università della California, e pubblicato sul Journal of the Science of Food and Agriculture, dimostra come la birra sia un valido alleato per aumentare la densità minerale ossea. Questa particolarità è dovuto a un alto concentrato di silicio organico presente nel luppolo, il componente primario per la produzione della birra. Secondo il gruppo di ricercatori, guidati dal prof. Charles Bamforth, il silicio contenuto nella bevanda, è molto assimilabile dall’organismo, tanto è che il 50% finisce per rafforzare le ossa e i tessuti. A seconda delle bionde prese in esame, i ricercatori hanno individuato una concentrazione di silicio variabile tra i 6,4 mg ai 56,5 mg (quest’ultima rilevata nelle birre d’orzo). Ma come fare a capire al volo se una birra contiene più o meno silicio? Secondo gli studiosi basta osservare il colore della birra, più è “pallido” maggiore sarà la quantità di silicio in essa contenuta (in quanto la cottura dei cereali è stata meno intensa mantenendo inalterate le quantità di minerali in essi contenuta).
Individuato il gene che caratterizza l’età di una persona
In diverse circostanze, guardando i tratti di una persona avanti con l’età ci viene spontaneo dire: ma sembra una giovincella, il suo volto non sembra affatto essere segnato dal tempo. A questo modo di dire, ora gli scienziati hanno trovato un corrispondente scientifico. Infatti, alcuni ricercatori della University of Leicester e del Kings College di Londra, in un recente studio pubblicato sul magazine Nature Genetics, dimostrano come un particolare gene del Dna umano possa incidere sull’apparenza di una persona, facendola di fatto sembrare più giovane o più in avanti con l’età rispetto a quello che realmente la sua data di nascita dimostra. I ricercatori hanno preso in esame un campione di 12.000 persone, esaminandone il loro DNA hanno notato che esiste uno stretto legame tra la lunghezza dei telomeri (la regione terminale del cromosoma) e l’età biologica di una persona. La scoperta, secondo i ricercatori sarà utilissima per identificare i pazienti che corrono rischi di sviluppare malattie legate all’invecchiamento ma anche alcune patologie del cuore e legate ad alcune tipologie di tumore. Fonte e approfondimento
Scoperto l’enzima che propaga l’HIV
Ricercatori dell’Imperial College di Londra e dell’università di Harvard, sono riusciti a individuare l’enzima responsabile della propagazione nell’organismo del virus responsabile dell’AIDS. La ricerca è stata pubblicata sul magazine scientifico Nature e si spera potrà, a breve, consentire agli scienziati la messa a punto di una serie di farmaci antiretrovirali più efficaci. Per giungere a questo risultato, gli studiosi hanno adottato la tecnica conosciuta come cristallografia.
Praticare sport ritarda l’insorgenza di malattie croniche
Chi pratica sport per almeno quattro ore al giorno, è colpito molto più tardi da gravi malattie croniche, rispetto a chi non pratica nessuna attività fisica. Questo è quanto emerge da una ricerca condotta da alcuni scienziati della Stanford University di Palo Alto e pubblicata di recente sul magazine scientifico “American Journal of Preventive Medicine”. I ricercatori, per circa venti anni, hanno tenuto sotto controllo le abitudini e lo stato di salute di oltre mille persone over cinquanta anni, scoprendo così che negli sportivi le malattie croniche come Alzheimer, a anche il cancro e alcune tipologie di problemi cardiaci e articolari fanno la loro comparsa, in media, ben sedici anni dopo rispetto a chi non pratica attività sportive.
Sei pessimista? Hai buone probabilità di dimagrire
Una recente ricerca condotta dal prof. Hitomi Saito presso la Doshisha University di Kyoto e pubblicata sul magazine scientifico BioPsychoSocial Medicine (uscita di settembre 2009), mette alla luce come il carattere di una persona incida anche sul suo peso. Gli scienziati hanno preso in esame 147 persone obese in cura presso la struttura Kansai Medical University Hospital Obesity Clinic. I pazienti, quindi, per sei mesi sono stati sottoposti a cura dimagrante che, oltre a cibo razionalizzato e attività fisica, prevedeva anche il supporto di uno psicologo. Bene, a cura terminata, i pazienti che avevano manifestato inizialmente consapevolezza del proprio stato di obesità e pessimismo nella riuscita della dieta, hanno manifestato una percentuale di dimagrimento maggiore rispetto a chi, invece, aveva dimostrata un sano ottimismo. Secondo i ricercatori, la maggiore sicurezza raggiunta durante il programma di dimagrimento aiuta mantenere negli anni uno stile di vita sano, utile a mantenere sotto controllo il peso. Fonte: AdnKronos
Lampade UVA, studio conferma che sono cangerogene
Un recente studio portato a termine da specialisti dell’Organizzazione mondiale delle Sanità (OMS), e pubblicato sul maagazine scientifico Lancet, classifica i raggi UVA (lampade e lettini abbronzanti) come elementi cangerogeni al pari di fumo, arsenico etc. Il rischio di contrarre il cancro aumenterebbe addirittura fino al 75% per chi si sottopone a lampade abbronzanti prima dei 30 anni. L’uso eccessivo, quindi, sarebbe da sconsigliare, soprattutto fra i giovani. Per chi proprio non potesse fare a meno della tintarella artificiale, i ricercatori hanno posto un limite di dieci docce solari l’anno.
Bevi molto latte e vivi più a lungo
Una ricerca svoltasi presso l’Università di Bristol, in collaborazione con alcuni studiosi dell’Istituto del Queensland, ha scoperto che i bambini bevitori di grandi quantità di latte hanno maggiori aspettative di vita. La ricerca ebbe inizio negli anni ’30 e poi riprese nel 2005 quando sono state osservate le attinenze tra cause di morte dei soggetti esaminati 65 anni prima e le loro diete durante l’età infantile. Si è quindi appurato che coloro avevano ricevuto negli anni un quantitativo interessante di calcio, avevano poi manifestato una minore percentuale di mortalità a causa di ictus. Fonte: Ansa.
Imprecare aiuta a tollerare meglio il dolore
Secondo uno studio inglese condotto presso la Keele University e guidato dal prof. Richard Stephens, imprecare durante il manifestarsi di un dolore, magari accennando a qualche parolaccia non proprio da galateo, aiuta a tollerare meglio lo stesso. Il test per arrivare a tale conclusione è stato abbastanza singolare: a un gruppo di volontari è stato chiesto di tenere la mano in un contenitore colmo di acqua ghiacciata e di esprimere qualunque tipo di imprecazioni durante il doloroso gesto. I ricercatori hanno poi ripetuto il test questa volta chiedendo di pronunciare solo parole neutre. Alla fine del test si è appurato che la mano veniva maggiormente tenuta nel ghiaccio se durante la procedura il volontario si avventurava in malsane imprecazioni. La ricerca è stata pubblicata sul magazine NeuroReport.
Un semplice test delle urine per diagnostica l’appendicite
Leucine-rich alpha-2-glicoproteina (LRG), questo è il nome di una particolare proteina che consente di diagnosticare la presenza di un’appendicite in atto. La sua presenza nelle urine determina in modo sicuro l’infiammazione. La proteina è stata individuata da un team di ricercatori Children’s Hospital di Boston. Fonte Ansa