Da un ragno il segreto per creare polimeri per fibre ultra-sottili e super resistenti
Il ragno di tipo “Uloborus plumipes” (appartenente alla famiglia Uloboridae), specie molto frequente anche nelle serre (noto anche come “garden centre spider”), tesse ragnatele incredibilmente sottili che vengono caricate elettricamente per intrappolare le prede.
Scienziati del dipartimento di zoologia dell’Università di Oxford stanno studiando meglio il ragno per capire come riesce a produrre filamenti ultra sottili (spesse solo milionesimi di millimetro) ma nel contempo fortissimi e caricati elettricamente, a differenza di altri ragni che tessono tele più spesse lasciando piccoli depositi di colla per rendere la seta appiccicosa e in grado di intrappolare le prede.
I ricercatori hanno cercato di capire il processo utilizzato dal ragno dettagliando il loro studio in un articolo pubblicato sul magazine “Biology Letters”; hanno verificato che a differenza di altri ragni, questa particolare specie è dotata di ghiandole sericigene – che secernono i fili di seta – più piccole di qualsiasi altra specie di ragno conosciuta, e sono proprio queste ghiandole che rendo i filamenti ultra-sottili. Come la seta emerge dalle ghiandole allo stato liquido, il ragno tira il liquido facendogli assumere una forma allungata, “congelando”, poi, la forma assunta dal filamento e, nel contempo caricando lo stesso elettrostaticamente grazie a una sorta di “pettine” posto sulle zampe posteriori. Un processo che ricorda molto quello della produzione del lino, le cui fibre vengono tirate mediante un pettine di metallo al fine di separarle l’una dalle altre e renderle più semplici da lavorare al momento della filatura.
Secondo il Professor Vollrath, “studiando questo ragno stiamo raccogliendo preziose informazioni su come creare filamenti in nano-scala. Se riuscissimo a riprodurre il metodo usato dai ragni per produrre nano-fibre caricate elettrostaticamente, spianeremmo la strada a una nuova tecnologia per la produzione di polimero”.