Google ha iniziato a impiegare persone addette a valutare le applicazioni Android prima che le stesse vengano pubblicate sul Play Store; fino ad oggi era possibile caricare le applicazioni senza controllo, il che ha portato a migliaia di applicazione fake e potenziali malware, cosa che invece con Apple – che impiega la valutazione umana fin dall’inizio – ciò non avviene. Il sito TechCrunch è stato il primo a rendersi conto del cambiamento, notando che Google ha rivisto una selezione di apps nel corso degli ultimi mesi; ora, in una comunicazione ufficiale, l’azienda di Mountain View ha reso noto che estenderà il processo a ogni applicazioni sottomessa sullo store.
Google utilizzerà quindi un apposito team per validare le app, cosa che renderà la pubblicazione più lenta, addio quindi alla sottomissione e pubblicazione sullo store quasi instantanea, tutto funzionerà come Apple ci ha abituati con il suo Apple Store. Non tutto il lavoro sarà svolto manualmente, alcuni tool automatici, infatti, come primo passaggio verificheranno la presenza di malware o virus, così come possibili violazioni alle clausole di sviluppo, poi si passerà a una valutazione oggettiva dell’app svolta da personale addetto e formato. Secondo Google i tempi per l’approvazione non superano mai le 24 ore, con Apple i tempi, invece, sembrano essere molto più dilatati.
Altra novità lanciata da BigG, sempre in merito allo store di app, è l’introduzione di un nuovo sistema di rating per individuare quali app e game sono più adatti agli utilizzatori. A tal fine Google ha stretto accordi con enti indipendenti, tra cui ClassInd, ESRB, USK, PEGI e l’Australian Classification Board, ovvero gli organismi già deputati a classificare i più blasonati videogame prima che questi vengano commercializzati. I livelli di rating – che non sarà introdotto in tutti i Paesi – così come già avviene per Apple e per altre casa che producono giochi, riguarderanno i contenuti a sfondo sessuale, che inneggiano alla violenza, all’utilizzo di droga e alcol o che invogliano il gioco d’azzardo.