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La fotocamera hi-tech che può vedere sotto la superficie di vecchi dipinti

Una particolare fotocamera hi-tech in grado di “vedere” sotto strati di vernice e pittura e di mostrare eventuali dipinti precedenti, vernice applicate come fondo, altre rappresentazioni poi ricoperte da nuovi strati di vernice.
L’innovativo sistema di scansione, messo a punto da ricercatori britannici della Nottingham Trent University’s School of Science and Technology, in collaborazione con la National Gallery di Londra, riprende la stessa logica di funzionamento dei macchinari utilizzati per osservare l’interno del corpo umano impiegando la tecnica conosciuta come Optical Coherence Tomography (Tomografia ottica a coerenza di fase). “Stiamo cercando di vedere quanto riusciamo a captare senza impiegare tecniche invasive” ha riferito Haida Liang, che ha guidato il progetto. “Abbiamo voluto raggiungere il tipo di risoluzione che hanno raggiunto convenzionali tecniche distruttive”.

L’innovativa fotocamera permetterà a restauratori e scienziati di analizzare dettagliatamente l’opera, capire la conformazione della stessa e decidere come operare sulla stessa, cosa che prima dell’avvento della fotocamera poteva essere realizzata solo prelevando in profondità piccolissimi pezzetti di tela da analizzare poi al microscopio.

Il DARPA a lavoro su nuovo sistema GPS che non richiede nessun satellite

La DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), l’agenzia americana impegnata nello sviluppo di nuove tecnologie militari, che spesso poi trovano impiego anche in ambiti civili, è a lavoro su una nuova tecnologia che vuole reinventare il GPS.
Il nuovo sistema di geo-localizzazione a cui si sta lavorando non richiede satelliti in orbita, sarebbe altresì super protetto a differenza degli attuali sistemi in cui i satelliti in orbita non risultano in nessun modo protetti.

DARPA non ha ovviamente spiegato il funzionamento della nuova tecnologia, anche se ha accennato che l’evoluzione del sistema GPS impiega orologi hi-tech ad alta precisione, giroscopi auto-calibrati e accelerometri. La trasmissione dei dati, invece, sarebbe affidata a più ponti radio, tra cui TV, radio, torri dei cellulari, etc; un sistema battezzato ASPN (All Source Positioning and Navigation) in grado di fornire una super rete capace di garantire il funzionamento del sistema in ogni condizione e luogo.

Cambiare colore degli occhi definitivamente. Ecco la nuova tecnica

Str?ma Medical, una società californiana dichiara di riuscire a cambiare colore degli occhi trasformando qualunque tonalità scura in azzurro, il costo sarebbe di 5000 dollari. Una tecnica radicale premetterebbe di modificare in modo permanente il colore dell’iride grazie a un laser a bassa energia applicato sull’occhio per trenta secondi e in grado di rimuovere il primo strato di colore presente sulla superficie dell’iride. Dopo due settimane dall’intervento la società si dice sicura che il paziente si ritroverà con gli occhi blu. A un primo test pare siano stati sottoposti 17 pazienti messicani e 20 del Costa Rica, anche se la tecnica, in fase di sperimentazione clinica, ha già sollevato diverse preoccupazioni, come ad esempio quella di bloccare i canali di drenaggio dell’occhio facendo aumentare la pressione oculare, patologia che potrebbe portare all’insorgenza del glaucoma. L’azienda si dice non preoccupata e che i test svolti sfatano ogni illazione di questo tipo. In ogni caso la sperimentazione continuerà e l’azienda spera di riuscire a provare la tecnica su un totale di 100 pazienti.

“Sotto ogni occhio marrone si nasconde un occhio blu”, ha dichiarato il dottor Gregg Homer, Presidente e direttore scientifico della Str?ma Medical che continua: “L’unica differenza tra le due colorazioni è che un occhio marrone ha un sottile strato di pigmento che copre l’iride blu”. Proprio in considerazione di questo, un laser con una specifica frequenza passa attraverso la cornea dell’occhio, assorbendo selettivamente il pigmento scuro che copre l’iride. Ciò induce il corpo a mettere in atto un graduale processo di rimozione del tessuto naturale, una volta che il tessuto è stato completamente rimosso, il paziente si ritroverà con l’occhio di colore azzurro. Fonte e approfondimenti

CoeLux, la finestra hi-tech che imita il cielo azzurro con tanto di luce solare

Durante i mesi invernali, con poca luce del sole, il cielo plumbeo e carico di pioggia, le nostre stanza sembra grigie e cupe, ma ora c’è una soluzione che crea l’illusione di avere la luce estiva in casa in qualsiasi momento dell’anno.
Quello he vedete nella foto sembra a tutti gli effetti un lucernario che mostra un bel cielo terso con il sole che irradia la sua luce nella stanza, in realtà è solo una falsa finestra artificiale prodotta dall’italiana CoeLux, che si è aggiudicata il primo premio di Lux Awards 2014 nella categoria Light Source Innovation of the Year.

CoeLux trasforma il modo di vivere gli ambienti.

Più che nelle case di ognuno di noi, la finestra può trovare impiego in musei, uffici, aeroporti, centri commerciali, alberghi, parcheggi, ospedali o comunque in ogni luogo dove non possibile godere appieno della luce solare.

La finestra hi-tech è dotata di un solido strato di nanoparticelle e di un illuminatore a Led che, utilizzando un fenomeno noto come “Scattering di Rayleigh”, imitano in tutto e per tutto il cielo blu; il pannello di CoeLux è in grado di creare anche un’illusione di profondità per fare in modo che il ‘sole’ appaia lontano e immerso nel cielo azzurro, imitando la luce che proviene dai tropici, Mediterraneo o Nord Europa.

CoeLux 30, con fascio di luce inclinato di 30 gradi rispetto all’orizzonte, permette di riprodurre le condizioni di luce calda e radente, tipica dei paesi nordici. La soluzione CoeLux 45, invece, bilancia luci e ombre così da risaltare al meglio forme e volumi, una soluzione più vicina alla luce mediterranea. Per chi invece è amante dei tropici, la soluzione CoeLux 60 crea un effetto luce più fredda e verticale, con il massimo contrasto di luminanza luce-ombra.

L’ambizioso progetto, finanziato dall’Unione Europea, è stato brevettato dal prof. Paolo Di Trapani, professore di fisica presso il Dipartimento di Scienze ed Alta Tecnologia dell’Università dell’Insubria di Como. In una nota rilasciata al Corriere della Sera il professore spiega che il prodotto è pensato “non tanto per creare un surrogato della luce solare, quanto per riattivare nelle persone la capacità di percepire la luce, in modo che possano goderne il più possibile quando si trovano all’aperto”. Il prezzo sembra non è essere dei più accessibili, diversi rumors parlano di cifre che sfiorano i 50mila euro.

Una tavoletta grafica che proietta immagini olografiche manipolabili

Una tavoletta grafica 3D che proietta nello spazio oggetti virtuali manipolabili. Il dispositivo prodotto dalla statunitense Infinite Z rappresenta, di fatto, un passo avanti verso l’interazione tra uomo e macchina. zSpace – questo il nome del prodotto – è costituito da uno speciale display da 24”, con una risoluzione 1080p a 120 Hz, in grado di proiettare immagini tridimensionali e, contemporaneamente, grazie ad apposite telecamere integrate, di tenere traccia dell’occhio umano, regolando così la prospettiva dell’immagine mostrata a mezz’aria; rende possibile, in sostanza, osservare la riproduzione olografica da più angolazioni e, con semplicità, modificarla.

Le immagini che fluttuano davanti agli occhi degli utenti non sono solo degli ologrammi da ammirare, possono anche essere agevolmente manipolate impiegando una speciale penna hi-tech fornita in dotazione. Ed è proprio questa caratteristica che rende zSpace un prodotto all’avanguardia che dà spazio all’impiego della tecnologia olografica 3D anche in altri settori. Pensando all’ingegneria civile, all’architettura, al design, alla medicina e tutti quei settori dove è necessaria una fase progettuale: è facile intuire i vantaggi di un lavoro preventivo di visione dell’opera!

Un pensiero anche per gli sviluppatori
Infinite Z, per il suo schermo olografico 3D, ha subito riscosso un considerevole successo e ha ottenuto il supporto da parte di molti giganti del software di progettazione 3D, tra cui Autocad, 3ds Max, Inventor e Maya. L’azienda permette a chiunque di creare software ad hoc per la tavoletta grazie a un apposito kit dedicato agli sviluppatori.

La finestra hi-tech che blocca i rumori lasciando passare l’aria

Potrebbe essere la risposta ai sogni di ogni abitante delle città più caotiche, avere una finestra in grado di far passare l’aria fresca bloccando i rumori che giungono dall’esterno. È stata progettata da Kima Sang-Hoon e Hyun Seong Leeb della Mokpo National Maritime University. I doppi vetri della finestra hi-tech sono dotati di fori in grado di far passare l’aria e capaci di bloccare le frequenze sonore più fastidiose.

Gli inventori della finestra hanno così descritto un possibile impiego della stessa: “Ad esempio, se la nostra abitazione si trovasse vicino al mare, utilizzando la nostra finestra potremmo decidere di calibrarla per far avvertire all’interno delle abitazioni i solo suoni provenienti dalle onde del mare, bloccando gli altri rumori provenienti dall’esterno”.

I singoli blocchi misurano 150x150x40 millimetri coi fori dal diametro che può variare da 20 a 50 mm e posti al centro del pannello. Ogni blocco è formato da una camera di risonanza sonora, con le onde sonore che rimbalzano intorno e all’interno della stessa annullandosi. Variando la dimensione dei fori è possibile “sintonizzare” la finestra eliminando i suoni molesti a una determinata frequenza sonora.

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Gli esperimenti hanno mostrato che i fori dal diametro di 20 mm sono efficaci a sopprimere il rumore attraverso tutte le frequenze, mentre fori da 50 mm di diametro sono più efficaci per eliminare il rumore prodotto nell’intervallo di frequenza che da 700 a 2200 Hz.

La fotocamera con lo scatto più veloce al mondo. Sarà utilizzata per studiare i mantelli dell’invisibilità

Una fotocamera che cattura 100 miliardi di fotogrammi al secondo generando immagini 2D a colori, talmente veloce che potrebbe essere impiegata per studiare come la luce si muove e deforma intorno agli oggetti, ma anche come avvengono determinate comunicazioni ottiche ed essere impiegata in diversi campi della biomedica. È stata messa a punto da un team guidato da Lihon Wang della Washington University di St Louis. Si chiama Compressed Ultrafast Photography (CUP), e l’ingegnere Brian Pogue la vede come ottimo strumento “per migliorare la ricerca e l’approccio allo studio dell’invisibilità” e mettere così a punto “mantelli invisibili” in grado di piegare la luce intorno a se stessi e così nascondere agli occhi umani gli oggetti da esso rivestiti. Altre telecamera ultra-veloci sono state messe a punto prima di queste, tuttavia la più veloce finora sviluppata permetteva di catturare “solo” 1 miliardo di fotogrammi al secondo e comunque in una sola dimensione — ciò significa poter misurare solo dimensioni di spazio o tempo, ma non entrambi. Wang e il suo team hanno così commentato il progetto CUP: ”È nostra speranza che la fotocamera CUP consentirà nuove scoperte nella scienza. Ad esempio, combinando CUP con il telescopio Hubble, potremmo avere come risultato immagini finora mai realizzate, con una nitidezza assoluta”. Nella foto di apertura la cattura della luce laser in movimento riflessa da uno specchio, catturata utilizzando la nuova fotocamera. La misurazione temporale è espressa in picosecondi (un trilionesimo o un milionesimo di un milionesimo di secondo).

Addio schermi rettangolari. Da Sharp display dalle forme più strane

Fino ad oggi, i display di qualunque tipo di dispositivo elettronico, sia esso uno smartphone, tablet, computer, televisore, hanno avuto tutti una forma rettangolare. Tuttavia Sharp rompe gli schemi e, grazie alla sua tecnologia Free-Form, mostra display che possono assumere una forma più organica per meglio adattarsi agli spazi degli oggetti che li ospiteranno. Utilizzando la tecnologia IGZO e alcune tecnologie proprietarie, Sharp è così riuscita a ridurre drasticamente le dimensioni della cornice degli schermi, che possono così essere modellati a seconda delle proprie necessità. I due prototipi che Sharp ha esposto sono orientati al settore automobilistico, ma le applicazioni di questa tecnologia sono infinite.

Microsoft a lavoro su smartphone con batteria che dura una settimana

Smartphone sempre più tecnologici hanno sempre più bisogno di fonti energetiche più importanti, tanto che gli utenti sono ormai costretti a ricaricare i loro dispositivi più di una volta al giorno. Ranveer Chandra, ricercatore senior di Microsoft Research per il comparto mobile, fa notare che negli ultimi quindici anni, sebbene l’evoluzione tecnologia degli smartphone sia stata incredibile, lo stesso non è stato per le batterie, che hanno appena raddoppiato le loro capacità. Per far fronte al problema i tecnici di Microsoft sono a lavoro per cercare di sviluppare nuovi dispositivi in grado di consumare meno risorse energetiche, senza quindi modificare la struttura delle batterie attualmente in commercio. Come dire, se non è possibile progettare batterie più efficienti, facciamo in modo che siano i dispositivi a consumare meno energia. L’idea è quella di utilizzare delle batterie supplementari e fare in modo che l’hardware, a seconda delle richieste energetiche, sfrutti una o l’altra batteria, ottimizzando così i consumi. Così facendo, i prototipi messi a punto, potrebbero portare a miglioramenti fino al 50% nella durata della batteria con test che portano a far durare una batteria anche una settimana senza bisogno di ricarica. Altro aspetto che Microsoft sta analizzando è quello relativo alla scrittura di codice in grado di snellire i calcoli necessari a compiere determinate operazioni, un risparmio che potrebbe giovare sul consumo energetico. Sempre Chandra ha aggiunto che questa ricerca probabilmente si rivelerà utilissima nello sviluppo di dispositivi indossabili, come ad esempio gli smartwatch, telefoni intelligenti che proprio Microsoft – ma anche grandi altre aziende, Apple in primis – starebbero in gran segreto sviluppando.

Ricercatori sviluppano batteria che funziona con lo zucchero

Ricercatori della Virginia Tech hanno messo a punto una batteria ad alta densità energetica che tra il suo funzionamento dalla zucchero e che apre così la strada a nuovi dispositivi biodegradabili. Addio quindi alle batterie usa e getta che deturpano l’ambiente, le nuove batterie potranno essere gettate via senza il rischio di provocare inquinamento ambientale. Percival Zhang, professore che ha presto parte al progetto, spiega che “lo zucchero è un composto ideale per accumulare energia, e che questo prototipo di batterie non è il primo modello che sfrutta questo alimento”. Rispetto alle altre proposte però, la nuova batteria offre una densità di energia superiore, ovvero non necessita di essere caricata in brevi lassi di tempo e può essere ricaricata aggiungendo semplicemente dello zucchero. La batteria funziona per mezzo di un enzima sintetico che, in combinazione con un biocatalizzatore, riesce a creare una fonte di energia che evita l’impiego di metalli costosi come il platino. Il risultato è una batteria ricaricabile, non infiammabile e che non esplode.

Da Google le lenti a contatto intelligenti per persone con diabete

Dopo gli occhiali intelligenti Google svela un’altra “diavoleria” elettronica afferente il wearable computing. Questa volta si tratta di un dispositivo molto specifico e indirizzato al campo medico: una lente a contatto intelligente (“smart contact lens”) per persone diabetiche. Secondo il comunicato rilasciato sul blog di Google, la lente permette alle persone affette della patologia di misurare i livelli di glucosio attraverso un piccolo sensore combinato nella lente. L’azienda sta testando i primi prototipi in grado di generare una lettura del diabete una volta al secondo e si lavora per integrare nella lente dei minuscoli led in grado di accendersi e segnalare all’utente quando la misurazione dei livelli di glucosio supera una soglia massima pre-impostata. Il post non menziona nessun dato di rilascio. Google sarebbe alla ricerca di partner che possano contribuire alla commercializzazione e sviluppo della lente in tutto il mondo.

Il computer con sangue elettronico

Da IBM un nuovo progetto che sperimenta un fluido elettrolitico in grado di trasportare energia e calore, così come avviene con il sangue umano. Nelle intenzioni di IBM la possibilità di creare un super computer in grado di riprodurre le modalità di funzionamento del cervello umano. L’innovativo progetto sfrutta un liquido elettrolita in grado di trasportare energia e fluidi refrigeranti alle componenti hardware che compongono il computer. Il sistema è stato battezzato “redox flow” (flusso ossidoriduttivo) e IBM lo sta utilizzando con l’obiettivo finale, che dovrebbe essere raggiunto entro l’anno 2060, di ridurre le dimensioni di un computer dalla potenza di 1 Petaflop (che oggi occupa circa mezzo campo da calcio) in un PC desktop. I ricercatori impegnati nel progetto hanno dichiarato: “Vogliamo mettere un super computer nello spazio occupato da una zolletta di zucchero, per fare ciò abbiamo bisogno di mutare il paradigma dell’elettronica, dobbiamo ispirarci al nostro cervello. Il cervello umano, infatti, è 10.000 volte più denso ed efficiente di ogni computer costruito fino ad oggi”

Amazon recapiterà gli ordini con un aereo drone

Si chiama Prime Air è un ambiziosissimo progetto di Amazon e promette la consegna dei pacchi in appena mezz’ora dopo l’ordine. Ma come funziona? Un drone, un mini elicotterino radiocomandato, viene caricato con il pacco ordinato al sito di Amazon (massimo 3 chilogrammi di peso) e diretto nel giardino o cortile di chi ha acquistato il prodotto, fino a un massimo di 16 chilometri di distanza dai magazzini di stoccaggio. A parlare del progetto è direttamente Jeff Bezos, fondatore di Amazon. Secondo Bezos, se l’aviazione americana darà parere positivo, il progetto potrebbe prendere il via entro i prossimi cinque anni, almeno in America.

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Da Ardica la batteria per smartphone che dura 7 giorni

La durata delle batterie sugli smartphone, sempre più sofisticati e avari di energia, è un problema che affligge molti utenti, costretti a portarsi dietro caricatori di vario stampo per ovviare al problema di rimanere senza carica mentre si è fuori casa. Ma la soluzione potrebbe arrivare entro il 2015 quando la ARDICA, azienda che lavora in cambio militare, commercializzerà una nuova batteria, che promette una durata di ben 7 giorni. Potrà essere collegata a qualunque smartphone, iPhone compreso, e costerà appena 10 dollari; una vera manna dal cielo per tutti. La batteria dovrebbe fare uso di un mix di sostanze chimiche in  grado di garantire una così lunga durata.

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Mantello dell’invisibilità. Novità dal Giappone

Dall’Indocina arriva un “mantello”  formato da sottilissimi pannelli di vetro capaci di deviare i raggi della luce e far risultare quello che copre praticamente invisibile. A metterlo a punto un team di scienziati della Nanyang Technological University di Singapore. In un video che hanno divulgato, gli esperti mostrano come sia possibile occultare un pesce rosso all’interno di un acquario e come far “scomparire” le zampe di un gatto quando questi si posiziona dietro il “mantello”.  A differenza delle invenzioni precedenti, il mantello invisibile è realizzato con normali pannelli di vetro e fa sparire gli oggetti alla luce visibile e non solo alle microonde. Al momento, sottolineano i ricercatori, è in grado di rendere gli oggetti ‘invisibili’ solo da alcune angolazioni ma si tratta comunque di un ottimo passo in avanti.

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Un Sole in miniatura si accenderà in laboratorio

192 fasci laser focalizzati all’interno di un cilindro cavo in un miliardesimo di secondo. In questo modo prenderà vita la prima stella creata in laboratorio. A renderlo noto è un gruppo di ricercatori, guidato da John Edwards, che ha pubblicato sulla rivista americana Physics of Plasmas un dettagliato articolo in cui viene spiegato il procedimento che porterà alla realizzazione della stella. Un processo, questo, che vedrà il formarsi di un vero e proprio “forno a raggi X”, una camera che imploderà con temperatura e pressione simili a quelle presenti al centro del Sole. L’esperimento, genererà, grazie ai fasci laser, un’energia di 1,8 megajoule con 500 terawatt di potenza, pari a mille volte l’energia usata da tutti gli Stati Uniti in un momento.  Il tutto si svolgerà in una camera che ha le dimensioni di una zolletta di zucchero, raffreddata criogenicamente e contenente una piccolissima capsula, grande quanto un cuscinetto a sfera, contenente deuterio e trizio.

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Gli smartphone potrebbero presto avvertire le tue emozioni

Gli smartphone potrebbero diventare captare le emozioni degli utenti e reagire di conseguenza. Gli ingegneri della University of Rochester, guidati dal professore Wendi Heinzelman hanno messo a punto un’applicazione per computer che esamina la nostra voce per determinare il nostro stato d’animo. Invece di prestare attenzione a quello che stiamo dicendo, il computer si concentra su come lo stiamo dicendo. Più in particolare, analizza 12 funzioni del linguaggio, come volume e tono per determinare quale emozione prevale. Le emozioni catalogate in questo test sono felice, triste, impaurito e disgustato. Nei test, il computer ha avuto 81 per cento di successo. I ricercatori stanno ora lavorando per ottenere che il computer possa capire le emozioni su una vasta gamma di persone e non su una sola così come attualmente riesce a fare.

Lo spray che incrementa le prestazioni delle antenne

L’azienda Chamtech è pronta a commercializzare una nuova tecnologia in grado di potenziare istantaneamente il segnale di un qualunque antenna radio. Il misterioso materiale adoperato, una sorta di vernice spray da spruzzare sulle antenne, conosciuto come Solve for X, permetterebbe di aumentare anche l’efficienza energetica del 10%. Un esempio che vale più di mille parole: la tecnologia consente a un comune telefono cellulare di trasmettere il segnare fino a una distanza doppia del normale, adoperando il medesimo dispendio energetico; nei test di laboratorio, un iPhone ha visto un aumento di 20 dBm, quasi il 40% in più di segnale. Il kit è già disponibile per la vendita

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Raspberry Pi, un mini computer da soli 25$

Raspberry Pi, è un computer dalle dimensioni pari quasi a una carta di credito e con un prezzo altrettanto in miniatura, solo $25 per la versione base. Pi monta un processore ARM11 – Broadcom 700MHz BCM2835, che offre capacità di elaborazione standard, insieme a funzioni adatte alla riproduzione multimediale e al gaming; attraverso il chipset Broadcom Videocore IV GPU, permette infatti di giocare e guardare video in Full HD (1920x1080px) senza la necessità di una scheda grafica indipendente. Una ROM gestisce le funzioni di avvio, ed è in grado di determinare se caricare un sistema operativo dallo slot integrato della scheda di memoria, da una chiavetta USB o tramite rete. Pi sarà disponibile in due diverse configurazioni: il Modello A sarà venduto a circa 19 euro e sarà equipaggiato con 128MB di RAM e nessuna connettività di rete, il modello B includerà, invece, 256 MB di RAM e connettore Ethernet (prezzo euro 27). I primi dispositivi dovrebbero essere messi in vendita nel corso delle prossime settimane. Link alla pagina ufficiale di Raspberry

Un’ambiziosa torre solare in grado di creare 200 megawatt di energia al giorno

Roger Davey, imprenditore australiano, CEO della EnviroMission, società che sfrutta le  energie rinnovabili, sta cercando di utilizzare l’aria calda come mezzo per creare energia pulita per le città. Per fare questo, Davey ha messo a punto un ambizioso progetto che prevede di costruire una torre solare di 792 metri, che sfrutta le correnti ascensionali e dotata di 32 turbine in grado di creare 200 megawatt di energia al giorno. Quanto basta e per alimentare 100 mila abitazioni. La torre, che sarebbe il secondo edificio più alto al mondo dopo grattacielo Burj Dubai, verrà costruita nel deserto dell’Arizona. Funziona con la creazione di energia solare termica dal sole e dal vento, il sole riscalda l’aria sotto una copertura traslucida intorno alla torre. L’aria viene poi riscaldata a 90 gradi, facendosi strada nella torre e far così girare le turbine. Un progetto che, quindi, oltre a sfruttare l’energia solare, permette alla torre di produrre energia anche quando il sole tramonta, questo perché il terreno cede calore per tutto il periodo notturno. Secondo EnviroMission, la quantità di inquinamento generato (si spera di riuscire a costruirla entro due anni) per costruire la torre sarà compensato dopo due anni e mezzo di funzionamento. Il costo stimato per il progetto è di 750 milioni di dollari.