Mandibola fossile di 2,8 milioni potrebbe appartenere al più antico antenato dell’uomo
Un fossile parziale di mandibola inferiore, con tanto di denti accora annessi, noto come reperto LD 350-1, è stato scoperto nell’area di Ledi-Geraru, nella regione di Afar dell’Etiopia. Il fossile, presumibilmente di Homo habilis, potrebbe appartenere al primo esemplare del genere, ciò significa che questa specie emerse 400mila anni prima di quanto si è creduto fino ad oggi.
Per datare i reperti gli scienziati si sono affidati alla datazione degli strati di terreno rinvenuti sopra il fossile stesso. Le analisi radiometriche – che verificano la presenza degli isotopi radioattivi di argon40 e argon39 – degli strati di ceneri vulcaniche presenti nei dintorni del fossile mostrano chiaramente che il fossile ha un’età compresa tra 2.75 e 2.8 milioni di anni.
Secondo i ricercatori, la cui ricerca è stata pubblicata sulla rivista Science, la mandibola fossile potrebbe rappresentare l’anello mancante tra la stirpe dell’Homo e un ramo più primitivo appartenente agli ultimi rappresentanti del genere Australopithecus, lo stesso genere del fossile Lucy, risalente a 3,2 milioni di anni e scoperto in Etiopia il 30 novembre 1974. Rispetto alla mandibola dell’Australopithecus, che aveva denti più ampi e mascelle robuste e profonde, il nuovo fossile mostra denti più piccoli e mascella più arrotondata.
William H. Kimbel, tra gli autori dello studio spiega: “La mandibola di Ledi restringe il divario evolutivo tra la specie Australopithecus e i primi esemplari di Homo”. Il suo collega Brian A. Villmoare ha invece così commentato la scoperta: “I fossili di Homo datati più di 2 milioni di anni sono davvero molto rari. Riuscire a dare un’occhiata a una delle prime fasi dell’evoluzione dei nostri antenati è davvero una cosa molto eccitante”.